Il Carnevale è una festa colorata e vivace, celebrata in molte parti del mondo. Ma come mai ci si maschera a Carnevale? Esploriamo le sue origini e la storia che si cela dietro questa tradizione.
Perché a Carnevale ci si maschera?
In occasione del Martedì Grasso, che segna il termine del Carnevale, esploriamo le sue radici storiche. Sebbene comunemente associato al contesto cattolico e cristiano, le origini del Carnevale sono ben più antiche.
La storia di Carnevale trae ispirazione dai Saturnali romani e dalle celebrazioni dionisiache della Grecia antica, momenti in cui si sospendevano gli impegni lavorativi per dedicarsi a scherzi e divertimenti. Durante queste celebrazioni, mascherarsi aveva lo scopo di annullare temporaneamente le distinzioni sociali, permettendo a tutti di immergersi in un clima di festa e libertà. In aggiunta, mascherarsi a carnevale, annullava le differenze sociali rendendo irriconoscibili sia ricchi sia poveri. Al termine delle celebrazioni, però, si ritornava alla consueta rigidità e ordine della vita sociale.
Il Carnevale ha origini latine e significa “eliminare la carne”. Tradizionalmente, il Martedì Grasso era l’occasione per un’ultima grande festa servita con abbondanti piatti a base di carne, prima dell’inizio del periodo di astinenza e digiuno imposto dalla Quaresima. Era, quindi, l’ultimo giorno in cui era consentito consumare carne prima della Pasqua.
Ma come mai ci si maschera a Carnevale? Le origini del Carnevale affondano nell’antico Egitto, dove si usava mascherarsi durante le celebrazioni in onore della dea Iside. Questa tradizione di mascherarsi a Carnevale fu anche adottata nell’Impero Romano. In Oriente, invece, si tenevano cerimonie e feste caratterizzate da partecipanti in maschera e imponenti carri allegorici, la quale rappresentavano simboli come la Luna e il Sole, durante le parate cittadine.
Questo uso del travestimento aveva lo scopo di sovvertire la realtà di tutti i giorni, sostituendo la realtà con la fantasia e permettendo a ciascuno di assumere un’identità diversa dalla propria. Durante il Medioevo, per esempio, i cittadini comuni avevano l’opportunità di divertirsi liberamente e sentirsi su un piano di parità con i nobili: persino il giullare del villaggio poteva mettersi una corona!
Ogni regione in Italia celebra il Carnevale in modo unico, condividendo però l’entusiasmo per i colori e il divertimento.
Ad esempio, Venezia, ospita uno dei Carnevali più rinomati al mondo, caratterizzato da fasto e costumi magnifici, eredità di una lunga tradizione. A Viareggio, i carri allegorici aggiungono un tocco magico, una magia che si ritrova anche ad Acireale in Sicilia. Invece, Ivrea è famosa per la sua Battaglia delle Arance, mentre a Sciacca vengono create meravigliose sculture in cartapesta.
In conclusione, mascherarsi a Carnevale non è solo una questione di divertimento e festeggiamenti, ma un rituale carico di significato storico e culturale. Che si tratti del fasto di Venezia o delle battaglie di arance a Ivrea, il Carnevale continua a essere un momento creativo e divertente permettendo a ciascuno di noi di esprimere parti nascoste del proprio essere, in un trionfo di colori, allegria e libertà.